Situata nel cuore del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, la Val Fondillo è uno dei luoghi più suggestivi dell’intera riserva, con scorci paesaggistici mozzafiato, flora e fauna di rara bellezza e un’area archeologica testimone di epoche che spaziano dai 35.000 ai 3.500 anni fa.
L’area accoglie ogni anno migliaia di visitatori che rimangono incantati dalla varietà dell’offerta turistica della valle: dalla passeggiata tranquilla alla grigliata all’aperto, passando per sport di alta montagna, escursioni a cavallo e visite culturali, in Val Fondillo è possibile divertirsi e svagarsi in molti modi diversi.
Dal punto di vista archeologico si segnala un’importante parco di reperti antichi, la Necropoli di Opi, straordinaria eredità delle civiltà ancestrali che popolavano la zona.
Attualmente questa località è una delle più apprezzate e visitate dagli amanti del cosiddetto “turismo ecologico” ed apporta un notevole contributo alla definizione dell’intero Abruzzo come “regione verde d’Europa”.
Situata nel territorio comunale di Opi, in provincia de L’Aquila, anticamente la valle veniva chiamata “Fontilli”, a causa delle svariate fonti d’acqua purissima che sgorgano al suo interno andando ad alimentare il torrente Fondillo, che a quote più basse si riversa nel più imponente fiume Sangro.
Le fonti d’acqua principali sono cinque ma lungo il percorso che attraversa l’area se ne contano a decine, alcune delle quali molto piccole, ma tutte portatrici di un’acqua fresca e limpida, ottima da bere e ricca di sali minerali benefici per l’organismo.
Itinerari nella Val Fondillo
La zona è percorribile attraverso diversi tipi di cammino, che spaziano dal fondovalle comodo e accessibile anche con passeggini e carrozzine, agli itinerari di alta quota, meta prediletta degli escursionisti più esperti e degli amanti dello sci di fondo. La Val Fondillo è percorribile anche a dorso di cavallo, asino o mulo, o ancora pedalando in mountain bike, dimostrando una versatilità che è parte integrante della sua stessa unicità.
Dalle aree pianeggianti e attrezzate con punti di ristoro ben forniti, barbecue a disposizione dei visitatori e ampie radure in cui rilassarsi, ai tragitti più impervi e selvaggi che conducono al Passaggio dell’Orso e alle creste del Monte Amaro di Opi, in Val Fondillo il visitatore viene soddisfatto in ogni sua esigenza.
Flora e fauna nella valle
In questa zona sono perfettamente conservate tutte le caratteristiche geologiche e biologiche originarie dell’Appennino Centrale, che per molti aspetti attualmente sopravvivono esclusivamente nel Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise e, in modo particolare, nella Val Fondillo.
In questo luogo incantato gli appassionati di bearwhatching hanno concrete possibilità di avvistare una delle specie animali più preziose per il panorama faunistico nazionale, quell’Orso Marsicano che da tempo rischia l’estinzione e che viene tutelato in queste valli in quanto tesoro inestimabile della fauna italica.
Altre specie protette presenti nella valle sono il Lupo Appenninico, il Cervo, il Capriolo, il Camoscio d’Abruzzo, il Cinghiale, la Donnola la Faina, la Lince e una ricca serie di volatili e rapaci come l’Aquila Reale, il Grifone, la Poiana, il Falco Pellegrino e molti altri. L’area naturale ospita inoltre la più vasta selezione di insetti a livello nazionale, con oltre 6.000 specie diverse, molte delle quali in via d’estinzione.
Anche la flora locale può contare su un patrimonio eccellente: lungo il torrente del Fondillo è consuetudine incontrare fitte faggete con alberi secolari, boschi di salici e conifere.
Come raggiungere la Val Fondillo
Per esplorare la valle si consiglia di passare dal comune di Pescasseroli, raggiungibile sia dall’alta Marsica, imboccando l’uscita “Pescina” dell’Autostrada A25, sia dall’alto Sangro attraverso la strada statale SS 83 Marsicana, che attraversa il territorio del Parco Nazionale da nord a sud-est . Un’altra possibilità di accesso secondario viene da Cocullo (imboccando l’omonima uscita dell’Autostrada A25 e proseguendo sulla strada statale SS 479 Sannite passando attraverso la Valle del Sagittario, Scanno e il Passo Godi. Arrivando dal Lazio invece occorre attraversare il Valico Forca d’Acero e percorre l’omonima strada statale, la SS 509, e passare per il comune di Opi.
Escursione in Val Fondillo
Attraversare la valle è un’attività piacevole e affatto faticosa dato che il percorso, seppur lungo, è molto dolce, costellato di radure ideali per il ristoro e con dislivelli ben distribuiti e mai troppo accentuati. Venendo in automobile da Pescasseroli in direzione Villetta Barrea si consiglia di imboccare il bivio per Opi e, dopo circa due km, imboccare un nuovo bivio sulla destra e seguire le indicazioni che portano ad una vecchia segheria abbandonata.
Qui si consiglia di lasciare l’auto e proseguire a piedi (o in bicicletta o a cavallo). A quest’altezza si trovano i cancelli d’ingresso ai sentieri del Parco (presso il Centro Foresta) e una zona adibita al campeggio.
Per addentrarsi nella Val Fondillo occorre imboccare il sentiero sterrato chiuso al traffico mediante una sbarra e segnalato con “segnavia F2”. Dopo un primo tratto pianeggiante attraverso i prati, il cammino si addentra in una faggeta (sempre pianeggiante) seguendo il corso del torrente che da il nome alla valle.
Si giunge dopo un po’ ad un bivio sormontato da una prima fonte d’acqua, presso la quale si consiglia di sostare per bere e riempire le borracce. Al bivio bisogna proseguire seguendo la segnaletica F2 (non andando dunque verso il sentiero F5 che è possibile imboccare in quello stesso punto) e camminare lungo lo sterrato che inizia a farsi leggermente più ripido ed attraversa la faggeta.
In questo punto è già possibile avvistare i bellissimi cervi dell’Appennino. E’ importante tener presente che nei periodi dell’anno con maggiore affluenza (luglio e agosto) è più difficile riuscire ad osservare la fauna locale, che preferisce tenersi al riparo dalla confusione dei passanti. Il periodo ideale per gli avvistamenti di animali sono senza dubbio la primavera e l’autunno.
Proseguendo lungo il camminamento si giunge ad un bivio che porta alla Grotta delle Fate (che si consiglia di visitare in quanto molto vicina) per poi arrivare al Passo dell’Orso, ad un’altezza di 1672 metri.
Dal valico si scende leggermente seguendo il “segnavia 04” che conduce ad una località chiamata Tre Confini, punto in cui ricomincia la salita attraverso una mulattiera sassosa indicata con il “segnavia 05“. Continuando la salita si giunge dunque a Forca Resuni, a 1931 metri d’altezza.
A questo punto l’escursione può dirsi conclusa (il percorso di rientro ha una durata di quasi 3 ore), oppure proseguire verso Civitella Alfedena, attraverso la Valle delle Rose, o ancora diramarsi verso la Val Canneto, alla scoperta di nuove bellezze naturali.