Peltuinum è un antico sito archeologico attribuito originariamente alla popolazione dei Vestini e fu conquistato dai Romani tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del secolo successivo.
L’area lambisce i territori comunali di Prata d’Ansidonia e San Pio delle Camere, in provincia de L’Aquila.
Circondata dai rigogliosi prati appenninici che dipingono paesaggi molto suggestivi, oggi questa località è raggiungibile grazie ai tratturi che attraversano la valle dell’Aterno, ancora oggi percorribili a piedi.
In particolare Peltuinum era attraversata dalla via romana Claudia Nova e dal grande tratturo L’Aquila Foggia.
L’area di Peltuinum, che conserva importantissime testimonianze storiche, è inscritta nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nonché nella riserva naturale regionale del Monte Sirente – Velino.
La storia di Peltuinum
Il sito archeologico di Peltuinum ha una storia millenaria, ricca di eventi importanti e dal grande valore storico.
Fu fondata durante i millenni precedenti alla venuta di Cristo per mano del popolo dei Vestini, un’antica comunità italica inquadrabile linguisticamente con il ceppo osco-umbro, che occupò una vasta zona del territorio abruzzese, compresa tra l’altopiano delle Rocche e la valle dell’Aterno, sino a raggiungere il Mare Adriatico.
Nel IV secolo a.C. la popolazione entrò in conflitto con Roma, ma dovette arrendersi molto presto all’egemonia dei romani, instaurando con l’Urbe una forzata alleanza.
I Vestini mantennero comunque la propria autonomia interna fino al I secolo a.C., quando la cittadinanza romana fu estesa a tutto il suolo italico, accelerando di fatto il processo di romanizzazione del popolo vestino, che si ritrovò ad essere inquadrato completamente nelle strutture politico-culturali di Roma.
Durante il periodo d’oro dello sviluppo della città, sotto il dominio di Augusto, la città arrivò a contare ben 11.000 abitanti e divenne un importante polo commerciale grazie al commercio del bestiame e alla produzione di vino e zafferano di qualità.
In seguito al trattato del 302 a.C., la città di Peltuinum venne ufficialmente annessa a Roma.
Il centro abitato era completamente circondato da mura e si estendeva per un perimetro che si sviluppava lungo un raggio di circa 800 metri lineari.
Distrutta dai Franchi di Carlo Magno nel 775 d.C., fu riedificata dai Normanni con il nome di Peltuini, e riacquisì lo status di città.
Successivamente le venne dato il nome di Civita Sidonia (dal nome del primo feudatario che ne assunse il controllo, Sidonio). Proprio da questo nome derivò il toponimo Ansidonia, sopravvissuto sino ai giorni nostri.
Nei secoli successivi il paese (o ciò che ne rimaneva) divenne noto alle popolazioni circostanti soprattutto per la presenza di una chiesa medievale, costruita nel XII secolo al margine del centro urbano vero e proprio, edificata sui resti di un antico tempio pagano.
Questa chiesa prese il nome di San Paolo di Peltuino.
Peltuinum oggi
Dell’antica città oggi restano ampie porzioni di cinta muraria e della porta d’ingresso a occidente, alcuni bastioni turriti che venivano usati per proteggere il centro abitato, la piazza del foro situata nella parte a sud del recinto, parte del tempio forense, svariate domus e uno straordinario teatro augusteo, che ha l’insolita caratteristica di trovarsi fuori dalle mura di cinta.
Dopo un lungo periodo di incuria e abbandono, nel 1983 si diede finalmente il via agli scavi archeologici per riportare alla luce l’antica Peltuinum.
Alcune delle domus ritrovate furono poi ricoperte per mancanza di fondi e per evitare lo scatenarsi degli sciacalli, confermando la critica situazione italiana del settore.
La documentazione stratigrafica del sito archeologico rivela come l’abitato fu modificato più volte nel corso dei secoli, soprattutto dall’età augustea alla metà del IV secolo.
Dai reperti ritrovati emerge una struttura urbana che segue i dettami della romanità, con un centro cittadino attraversato da strade che s’incrociano ad angolo retto, attorno a edifici (pubblici e privati) dalla forma geometrica.
Edifici dell’antica Peltuinum: il tempio di Apollo
Come ogni antica città romana che si rispetti, anche Peltuinum era dotata di un Foro, una struttura pubblica situata al centro esatto dell’area cittadina, sormontato da un tempio dedicato al dio Apollo.
A testimonianza di questa costruzione restano alcune epigrafi e una mensa adibita a raccogliere le offerte per la divinità che riporta l’iscrizione “Apellune” (Apollini).
Del tempio, dotato di sei colonne di ordine corinzio sulla facciata, resta solo il nucleo centrale in calcestruzzo, rimaneggiato e modificato nelle epoche successive, e una serie di piccoli reperti inutilizzabili come pezzi di cornice lavorata, foglie di capitelli e altri orpelli decorativi.
Attorno al punto in cui sorgeva il tempio restano inoltre porzioni dell’antico portico, un tempo grande e massiccio, che separava l’area “sacra” da quella “profana”, rappresentata dalla calea esterna su cui sorgeva il teatro.
Il teatro augusteo e il monolite
Il teatro di Peltuinum fu costruito partendo dal terrazzamento naturale che creava un dislivello naturale tra il tempio e lo spazio sottostante.
La cavea, del diametro di 58 metri, è stata ricavata sfruttando in parte il pendio preesistente.
Nel medioevo fu parzialmente distrutto per riutilizzarne i blocchi calcarei come materiale costruttivo per altre strutture (come la stessa chiesa di San Paolo di Peltuino).
Questa pratica, tipicamente medievale, rappresentava a livello simbolico lo smantellamento delle vestigia del passato, ritenute impure e pagane.
All’età medievale risalgono inoltre i resti di un apprestamento fortificato, allestito nella porzione meridionale del teatro.
Nel sito di Peltuinum è stato rinvenuto inoltre un misterioso monolite calcareo, scavato in profondità con un foro sulla base e un incavo a forma di “H” nella parte sottostante.
L’inclinazione del foro fa pensare che potesse essere utilizzato per far scorrere del liquido, ma l’oggetto è attualmente al vaglio degli studiosi, che stanno cercando di decifrarne le caratteristiche.
Come arrivare a Peltuinum
Per arrivare a Peltuinum si consiglia di muoversi in automobile seguendo questo percorso:
Venendo da Pescara o comunque dalla costa adriatica, bisogna imboccare il tratto autostradale A 24 Roma-Teramo e percorrerlo fino al casello L’Aquila Est, per poi proseguire proseguire lungo la SS 17 in direzione Navelli/ Prata d’Ansidonia.
Giunti a Prata d’Ansidonia il sito archeologico è facilmente individuabile grazie alla segnaletica stradale.
Venendo da Napoli invece si consiglia di procedere sull’autostrada A1 Napoli-Roma fino all’ uscita di Caianello.
Da qui bisogna proseguire in direzione Castel di Sangro – Roccaraso -Sulmona per poi continuare verso L’Aquila – Navelli – Prata d’Ansidonia.
Curiosità e prodotti tipici
Essendo una zona interessata da secoli dalla transumanza delle pecore, tra i prodotti tipici di Prata d’Ansedonia spiccano i famosi arrosticini, spiedini a base di carne di pecora molto amati in tutta Italia ma anche all’estero.
Sul territorio inoltre si coltiva e produce sin dall’antichità lo “Zafferano aquilano”, una varietà di altissima qualità, conosciuto ed esportato anche all’estero.
Per maggiori informazioni sul sito archeologico di Peltuinum e per organizzare visite guidate si consiglia di contattare la Curia diocesana dell’Aquila al numero 0862-25548, o ancora il Municipio di Prata d’Ansedonia al numero 0862-931214.