Il Castello Marchesale di Palmoli è una maestosa costruzione situata nella parte più alta dell’omonimo borgo fortificato, per la precisione all’interno del quartiere denominato “Le Coste”. L’area, appartenente alla Comunità Montana del Medio Vastese, in provincia di Chieti, è immersa nel verde ed offre scorci paesaggistici di eccezionale bellezza.
La posizione del maniero è strategica e attentamente studiata nella sua collocazione originaria, in quanto sovrasta il fiume Treste, che anticamente lambiva diversi mulini ad acqua, ed è prossima all’antico santuario di San Michele di Liscia.
La sua struttura complessa e polimorfa lo rendono un’affascinante testimonianza del lungo percorso storico che ha caratterizzato l’evoluzione del territorio attraverso dominazioni straniere, guerre e dinastie signorili, rappresentando con straordinaria fedeltà i mutamenti che hanno segnato l’area chietina e la sua popolazione negli ultimi mille anni.
Storia e architettura del Castello Marchesale di Palmoli
Come spesso accade per gli edifici storici della zona teatina infatti, anche il Castello Marchesale ha una struttura molto articolata e definita nella sua completezza in epoche storiche diverse tra loro.
Si presuppone che la costruzione originaria fosse una torre d’avvistamento edificata a ridosso dell’anno Mille, successivamente stratificata con nuovi elementi che hanno portato nei secoli alla definizione di un vero e proprio borgo fortificato.
Il castello fu voluto dalla famiglia Pandulfo – Di Sangro dei Conti di Monteodorisio.
Le prime aggiunte edilizie all’antica torre circolare risalgono al XIII secolo, sono proseguite nel XV/XVI secolo e culminate con ulteriori interventi nel XIX secolo, andando di pari passo con l’avvicendarsi delle famiglie feudali e delle dinastie che si installavano sul territorio.
La torre primitiva fu circondata da un torrione dodecagonale composto da una scarpa poligonale nella fascia inferiore e un nucleo cilindrico centrale, sormontato da archetti pensili e merli guelfi.
Accanto a questa struttura furono poi edificati il Palazzo Severini-Longo e la chiesa di San Carlo Borromeo, che fu costruita per volere del marchese Severino Gagliati.
La torre e le altre aree del maniero furono collegate tra loro mediante un passetto, un ambiente costruito per congiungere l’area residenziale con il torrione.
Il castello marchesale, con pianta ad L irregolare, fu dotato di un giardino interno provvisto di casematte, piccoli locali chiusi all’interno e circondati da protezioni a prova di bomba, utilizzati per la difesa della struttura. L’abitazione nobiliare è cinta da quattro ingressi lunettati ed altre entrate scolpite e impreziosite con elementi architettonici che variano dallo stile medievale al tipico rococò del portale della chiesa di San Carlo Borromeo.
I principali materiali usati per la costruzione sono la pietra calcarea estratta nella zona, la pietra d’Istria (una pietra calcarea più compatta), e il laterizio (un insieme di mattoni e tegole del tipo coppo).
Nel palazzo marchesale sono inoltre visibili elementi architettonici composti di arenaria grigio-verde, rintracciabili soprattutto all’interno della residenza signorile.
Gli interni sono quasi del tutto privi di decorazioni, andate perdute nei secoli, ad eccezione dell’ambiente rettangolare della chiesa, che conserva capitelli, statue e modanature in stucco sui soffitti, restaurate tra il 1947 e il 1950.
Il Castello Marchesale di Palmoli oggi
Tra il 1993 e il 1994 il Comune di Palmoli e la soprintendenza ai Beni Culturali hanno compiuto un’importante opera di consolidamento, restauro e valorizzazione del maniero, rendendo nuovamente l’intera struttura agibile e aperta al pubblico.
L’area residenziale signorile ospita attualmente gli uffici del Municipio, mentre la Torre poligonale è sede del Museo Civico della Tradizione Contadina dal 1978. L’esposizione permanente accoglie attrezzi e utensili agricoli, abiti tradizionali e importanti reperti archeologici rinvenuti nella zona.
Da alcuni anni è presente inoltre una sezione Etnografica.
Il museo è visitabile nell periodo estivo (da metà giugno a metà settembre), ogni sabato e domenica dalle ore 9.30 alle 12.30 e nel pomeriggio dalle 16.30 alle 19.30. Durante gli altri periodi dell’anno invece è possibile visitare la struttura dietro prenotazione, chiamando il centralino comunale al numero 0873 955121.
Come arrivare al Castello Marchesale
Il comune di Palmoli e dunque il borgo fortificato del Castello Marchesale sono raggiungibili in automobile percorrendo l’autostrada A24/A1 Roma – Napoli e imboccando l’uscita “San Vittore”, per poi proseguire in direzione Venafro/ Isernia/ Pescolanciano/ Palmoli. Venendo da Napoli invece, si consiglia di procedere lungo il tratto autostradale A1 imboccando l’uscita Caianello, per poi proseguire in direzione Venafro/ Isernia/ Pescolanciano/ Palmoli.
Curiosità, eventi e prodotti tipici
Il nome di Palmoli deriva da Palmula Monteverde, coniato molti secoli orsono quando gli abitanti dei vicus dell’agglomerato urbano originario, si trasferirono sul monte sovrastante, coperto di ulivi silvestri dalle foglie di color verde scuro.
L’evento principale celebrato in città è la festa di San Valentino, patrono del paese, celebrato il 14 febbraio.
Da segnalare inoltre è la tradizionale “sfilata delle Pacchianelle” che si svolge il 27 luglio, con donne e uomini agghindati con abiti tradizionali che sfilano portando vari prodotti in dono alla Madonna delle Grazie. I donativi vengono poi battuti all’asta nel pomeriggio dello stesso giorno in piazza Marconi.
Per quanto riguarda invece le tipicità alimentari della zona, il prodotto più rappresentativo della località frentana è la Visica palmolese, un’ottima ventricina prodotta dai contadini del posto utilizzando carne di suino, peperoncino e aromi naturali, la cui stagionatura dura oltre 100 giorni.
A questo prodotto del territorio è dedicata una sagra, che si svolge il 10 agosto proprio presso il Castello Marchesale.