La località di Pettorano sul Gizio, in provincia de L’Aquila, appartiene alla Comunità Montana Peligna ed è iscritta al circolo de “I borghi più belli d’Italia”.
Ad un’altitudine di 625 metri sul livello del mare, la borgata peligna è nota per l’eccezionalità dei suoi paesaggi naturalistici, che appartengono alla Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.
Il paese è noto anche per la sua struttura architettonica, che rende l’intera area comunale una meta d’interesse molto apprezzata dai visitatori, che ogni anno giungono da ogni parte d’Italia ma anche dall’estero.
L’origine del nome
L’abitato di Pettorano sul Gizio ha origini antichissime e diverse sono le possibili interpretazioni del suo particolare appellativo. Le più accreditate sono principalmente due:
- la prima vede il nome del borgo derivare dal latino “petra – ae”, che può riferirsi sia alla composizione del territorio prevalentemente rocciosa, sia al nome di un antico abitato o di un fondo legato a Pictorius, gentilizio di età romana;
- la seconda invece riconduce l’origine dell’appellativo al termine, anch’esso latino, “pectorale“, che rimanda alla forma “a petto di corazza” assunta nel tempo dal’agglomerato urbano.
Storia di Pettorano Sul Gizio
Le primissime testimonianze storiche della presenza di Pettorano Sul Gizio sono precedenti all’anno Mille, quando con questo nome veniva indicata l’intera vallata che oggi ospita la cittadina.
Nell’anno 1093 invece il toponimo Pectoranum viene nominato per localizzare il Castello Cantelmo, tutt’ora esistente e facente parte di un sistema di fortificazione che comprende i castelli di Popoli, Anversa, Raiano, Pittoritto, Pacentro e Prezza.
Nel XII secolo questa costruzione ospita attorno a sé una realtà già consolidata, tanto che, in seguito all’avvento dei Normanni, viene istituito un feudo che ne porta il nome. Tra il XII e il XVI secolo il feudo di Pettorano viene assegnato a vari Signori appartenenti a dinaste diverse su cui spicca quella dei Cantelmo, discendenti dei Re di Scozia, che giungono in Italia attorno al 1310 seguendo il sovrano Carlo I d’Angiò.
La nobile famiglia terrà saldo il suo dominio su Pettorano per circa quattro secoli, sino al 1750, guidando il territorio durante il suo periodo storico più florido, caratterizzato da una notevole crescita economica ed un’espansione edilizia e architettonica pervenuta sino ai giorni nostri. L’ultima dinastia a dominare il borgo fu quella dei Montemiletto, succeduta ai Cantelmo e insediati nell’area di Pettorano sino all’abolizione del regime feudale nel 1800.
Il ventesimo secolo vede l’intensificarsi del fenomeno dell’ emigrazione degli abruzzesi verso il resto d’Europa e verso l’America, e il comune di Pettorano Sul Gizio perde molti dei suoi abitanti. Attualmente il paese conta circa 1.400 abitanti, che durante l’estate ei periodi di vacanza durante l’anno aumentano notevolmente grazie alla presenza dei turisti.
Le bellezze architettoniche di Pettorano Sul Gizio
Il paesaggio urbano del borgo peligno è plasmato da costruzioni di epoca medievale circondate da imponenti mura di cinta e ingentilite all’interno da arzigogoli di epoca rinascimentale e barocca. Le cinque porte d’ingresso che puntellano le mura conservano intatte importanti testimonianze artistiche come l’affresco seicentesco raffigurante Santa Margherita che sorregge il paese con la mano sinistra, visibile sulla porta di San Nicola.
Le altre porte tutt’oggi visibili sono porta San Marco, porta Santa Margherita, porta Cencia e porta del Mulino, attraverso la quale si accede al parco di archeologia industriale che ospita i ruderi degli antichi mulini edificati per volontà dei Cantelmo lungo il fiume Gizio.
Snodo centrale del borgo è il Castello dei Cantelmo (oggi restaurato ma purtroppo non integro) con la sua base pentagonale e la torre a puntone edificata a scopo difensivo.
Il centro storico di Pettorano conserva numerosi edifici antichi, tra cui spicca il Palazzo Ducale, residenza della dinastia Cantelmo, composto da una base quadrata su cui svettano tre volumi diversi. Il cortile interno dell’edificio è oggi piazza Zannelli, ed ospita una bellissima fontana.
La Riserva Naturale Regionale Monte Genzano Alto Gizio
Istituita con un decreto del 1996,la Riserva Naturale dell’Alto Gizio ha una superficie di 3164 metri quadrati e appartiene completamente al territorio di Pettorano. L’area offre una grande varietà biologica, racchiudendo l’intero panorama naturalistico appenninico. Nella riserva si possono ammirare il celebre Orso Marsicano (che ne è anche il simbolo), il Lupo dell’Appennino, la Martora, il Gatto Selvatico e molti cervidi come il Capriolo e il Cervo nobile.
Dal punto di vista della flora invece sono presenti tutte le varietà tipiche dell’Appennino, con bellissime e rare formazioni di Rosa pimpinellifolia.
Come arrivare a Pettorano sul Gizio
Il borgo di Pettorano è raggiungibile comodamente in automobile ma anche in treno e autobus.
Venendo dall’Autostrada A25 Roma -Pescara si consiglia l’uscita “Sulmona – Pratola Peligna” per poi percorrere i restanti 20 km sulla strada statale SS 17 in direzione Roccaraso.
Venendo da Napoli invece l’uscita da imboccare è quella di “Caianello” per poi proseguire in direzione Venafro – Roccaraso. Una volta raggiunta questa località bisogna proseguire per altri 25 km in direzione Sulmona.
L’aeroporto più vicino a Pettorano sul Gizio è quello di Pescara, seguito dagli aeroporti romani di Ciampino e Fiumicino.