L’area della Majella è conosciuta in tutta Italia (ma anche all’estero) non solo per le eccezionali bellezze naturali e per la preziosa biodiversità che anima l’omonimo Parco Nazionale, ma anche per una serie di eremi e altre costruzioni antichissime, che ancora oggi accolgono migliaia di visitatori.
La concentrazione su questa montagna di luoghi sacri costruiti dall’uomo svariati secoli fa (ne sono circa quaranta), è valsa alla Majella l’appellativo di “Domus Christi”, assegnatole dal grande poeta Francesco Petrarca.
Tra le celebri dimore solitarie nascoste nella riserva vi è l’eremo di San Bartolomeo in Legio, un’opera architettonica situata a 600 metri circa d’altitudine, arroccata su uno sperone roccioso alto 50 metri.
La costruzione appartiene al territorio comunale di Roccamorice, in provincia di Pescara.
Il grande impatto visivo determinato dalla sua particolare posizione, si accompagna ad elementi strutturali antichissimi, che ne accrescono l’enorme valore storico e culturale.
Ancora oggi infatti l’eremo è un luogo di riferimento sia per la comunità religiosa dei paesi della Majella, sia per i turisti, gli escursionisti e i semplici curiosi, che respirano in questo luogo un’atmosfera senza pari.
San Pietro da Morrone (Celestino V) e la Majella
L’eremo di San Bartolomeo è, come molti altri del territorio, legato a stretto giro alla storia straordinaria del santo Pietro da Morrone, eletto Papa nel 1292 con il nome di Celestino V.
Passato alla storia come il primo “papa dimissionario”, Pietro visse a lungo sulla Majella, passando di grotta in grotta per vivere la sua fede nella maniera più semplice e isolata possibile.
A lui va il merito non tanto di aver edificato i numerosi eremi in cui soggiornò, ma di aver ristrutturato e reso nuovamente agibili delle costruzioni preesistenti, scavate perlopiù nella roccia e divenute parte integrante del paesaggio montano della Majella.
Cenni storici e caratteristiche dell’Eremo di San Bartolomeo
L’edificazione originaria dell’eremo è con ogni probabilità precedente all’anno Mille, mentre risalgono al 1250 circa i lavori di riqualificazione della struttura e il restauro degli ambienti interni ed esterni, con la creazione di affreschi posizionati nella porzione superiore del portale d’ingresso.
Con molta probabilità l’eremo fu comunque frequentato prima dell’arrivo di San Pietro da Morrone, che si fermò sulla Majella dopo essere stato a Lione, dove si era recato a piedi per difendere la Regola dei Fratelli dello Spirito Santo (poi Celestini) in un colloquio con il Papa.
Alla piccolissima chiesa si può arrivare solo a piedi e vi si accede attraverso una scala scavata nella roccia chiamata la Scala Santa, al termine della quale vi è un corridoio roccioso che termina davanti al piccolo portale d’ingresso.
Sulla facciata anteriore vi sono degli affreschi voluti proprio dal futuro Papa Celestino V, oggi ancora visibili ma consumati dal tempo.
All’interno la chiesa è composta da un’unica piccola sala di forma rettangolare, della lunghezza di 7.70 metri e della larghezza di 3-4 metri.
L’ambiente è adornato solo con un altare, sormontato da una statua lignea di San Bartolomeo rappresentato con un coltello (dato che il santo subì in vita il martirio dello scorticamento).
Alla sinistra dell’eremo sgorga una sorgente d’acqua, che i fedeli ritengono miracolosa.
L’eremo si compone in realtà di tre ambienti distinti: oltre alla chiesetta ci sono infatti un disimpegno e un’altra stanza, in cui presumibilmente vivevano i frati.
Itinerario escursionistico verso l’eremo di San Bartolomeo
L’eremo è ben segnalato sia sulle carreggiate che lungo il percorso da fare a piedi per raggiungerlo. Il punto di riferimento generalmente è il ristorante Macchie di Coco, situato all’esterno del paese di Roccamorice, presso il quale è possibile parcheggiare le automobili per proseguire a piedi.
Poco prima del ristorante è ben visibile un cartello che indica un sentiero sulla sinistra, che attraversa un boschetto in leggera discesa, culminando con una radura piena di ginestre. Proseguendo dritto si incontreranno un crocifisso in ferro battuto e una strada sterrata che attraversa il campo.
A questo punto bisognerà attraversare la strada proseguendo comunque dritto (seguendo le segnalazioni), sino a giungere al bordo del vallone.
A questo punto inizia la parte più ripida della discesa, che costeggia il vallone con un camminamento ben definito.
Si incontreranno altre due croci sul cammino e bisognerà proseguire sempre verso sinistra (ignorando il sentiero visibile a destra del secondo crocifisso).
Il percorso giunge a questo punto a una sporgenza che si affaccia sul torrente sottostante; da qui bisognerà risalire una ripida scalinata rocciosa, che porta il visitatore ad attraversare un grande buco scavato nella roccia, in un’ascesa fisica e simbolica che culmina nell’atrio dell’eremo. Al termine di questa terrazza sorge la costruzione principale di San Bartolomeo, sempre aperta al pubblico. Dalla terrazza parte una ripida scala che scende fino al torrente, sormontato da una sorta di ponte naturale costituito da un grosso blocco di roccia modellato dalle acque.
Se prima di raggiungere questa roccia si devia a destra, si raggiungerà il punto del torrente in cui le sponde sono così vicine da poter essere tranquillamente attraversate, per raggiungere la famosa sorgente di San Bartolomeo, chiamata anche Fonte Catenacce a causa di un’incisione, ancora visibile, simile all’antico catenaccio di una porta.
Come arrivare
Il tratto autostradale di riferimento per raggiungere la località in automobile è la A 25 Pescara – Roma, da percorrere sino all’uscita di Alanno Scafa. A quel punto bisogna seguire le indicazioni per San Valentino – Roccamorice. Una volta arrivati in paese bisognerà proseguire seguendo la segnaletica che indica la “Fonte Tettone-Blockhaus”.
Dopo circa 4 chilometri bisogna seguire l’indicazione per l’eremo di San Bartolomeo e dunque tenersi sulla destra. Superato un bivio (anch’esso segnalato) in cui ci si deve nuovamente tenere sulla destra, si giunge al parcheggio per le auto nei pressi del ristorante Macchie di Coco.
Curiosità ed eventi
Ogni anno il 25 agosto i fedeli assistono a una messa nell’eremo che si svolge all’alba, per poi scendere a piedi fino al torrente Capo la Vena per bagnarsi secondo un preciso rituale molto antico. Successivamente i fedeli portano in processione la statua di San Bartolomeo custodita nella chiesetta fino a Roccamorice, dove rimane esposta sino al 9 settembre.